ELEMENTI DI ARREDO

In questa pagina alcuni degli elementi di arredo realizzati
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Soppalco


Il piano terra di questo palazzo era stato appositamente realizzato con pilastri alti 5m in CCA a vista con casseri appositi e senza ripresa di getto.
Sui fronti interni dei pilastri, a mezza altezza, sono state posizionale le piastre ad L a mensola fissate con n° 2 barre filettate Ø 20mm HR caduna ed ancorante chimico Würth.
Sulle mensole è stata appoggiata ed imbullonata tutta la struttura portante in HE200 e 120, su cui è stato sovrapposto l’impalcato in pitch-pine da 40mm avvitato dall’intradosso come per le pedate scala.
Il raddoppio della superficie utile del piano con la formazione di un piano ad uso archivio a diretto contatto con l’ufficio commerciale.
La piattaforma è stata volutamente tenuta staccata sui tre lati delle vetrate esterne a formare un cavedio perimetrale d’effetto a balconata continua.



Pensilina per pannelli solari


La pensilina è realizzata a sbalzo per circa 2m dalla parete perimetrale fronte Sud senza prevedersi appoggi in gronda sulla ringhiera del terrazzo.
Il progetto nasce a soddisfare la duplice necessità di coprire il terrazzo, prima completamente esposto, e ricevere in falda i pannelli solari a copertura totale ad integrazione dell’impianto di riscaldamento con accumulatore nell’interrato.
Strutturalmente le mezze capriate, assemblate a terra gia complete e chiuse, prevedono i puntoni bloccati con piastra superiore alla testa dei monaci e con piastre in vista sulle saette inferiori.
La presenza della porta finestra ha reso necessario la riduzione in altezza dei monaci a questa soprastanti, pur mantenendosi ugualmente lo stesso sbalzo.
Ne è nata una struttura in legno lamellare evidentemente surdimensionata per la luce ed il carico ma vincolata nelle dimensioni dal particolare ancoraggio a muro dei soli monaci mediante le pesanti piastre in acciaio zincato a caldo.
Queste piastre prevedono una doppia serie di fori sfalsati nelle orecchie esterne e quindi con bullonatura in vista, al fine di “saltare” i tondi d’armatura incontrati nel forare il cordolo in CCA, con le orecchie trasversali ricche di ben 12 fori tra di essi sfalsati per ogni fila, al fine di bloccare il legno in modo continuo senza interromperne la fibra.
La pensilina, formata da 4 mensole alte e 2 mensole più basse sopra alla porta, è risultata particolarmente rigida, priva della minima inflessione allo sbalzo al carico di 120kg ciascuna sulla punta.
La copertura è stata realizzata impiegandosi pannelli solari BUDERUS a glicole, affiancati con guarnizione in elastomero in continuo sui bordi lunghi che ha reso impermeabile la falda senza necessitare di sottostruttura.



Vasca in acciao inox


Il progetto, realizzato in una importante residenza privata che si affaccia su Piazza Carignano a Torino, nasce dalla necessità di sopperire al mancato funzionamento della precedente vasca realizzata con rivestimento in marmo sintetico per il quale non era prevista la demolizione.
La nuova vasca avrebbe dovuto fungere da piatto doccia e da vasca vera e propria inserendosi nel vano esistente con tolleranze inferiori ai 5mm sui cinque lati e collegarsi allo scarico esistente senza demolirlo ma, senza che il fondo della vasca stessa poggiasse sul vecchio rivestimento.
All’uopo è stato progettato un sistema di appoggi perimetrali estensibili mediante filetti con testa brugola incassata e vincolati passanti alle pareti, che hanno consentito di registrare millimetricamente l’appoggio del bordo superiore direttamente sul perimetro del fondo, senza che questo bordo alto fosse poi sottoposto ad eccessive sollecitazioni di svergolamento a vasca piena.
La vasca, pesante ben 75kg, è stata posizionata con grande maestria ed attenzione, rimuovendosi prima il grande cristallo divisorio poi riposizionato.
Il bordo perimetrale è stato sigillato con mastice butilico sul perimetro contro il marmo sintetico a formare una guarnizione in continuo.
Sul fondo sono state adesivizzate numerose strisce in apposito espanso strutturale grigio che ha impedito la deformazione dell’inox sotto il peso di due persone all’interno sul minimo spazio residuo, carico che, in realtà, è stato completamente assorbito dai vitoni perimetrali senza che il bordo di risvolto appoggiasse sul marmo sintetico.
Un progetto difficilissimo, ben realizzato e meglio posizionato.



Letti in cedro del Libano


La necessità di arredo impediva il letto matrimoniale e lo spazio residuo al centro restava di soli 45cm e non era possibile far entrare i letti già montati.
I due letti singoli, uguali e specchiati, sono stati realizzati con tavoloni in legno di cedro del Libano spessi 52mm, tutti imbullonati tramite tirafondi con testa esagona in vista su rondelloni grembialati zincati, denunciandosi la struttura quale unica decorazione.
Non è stato eseguito alcun incastro, i legni sono accoppiati testa con piatto solo tenuti dalla bulloneria.
Il materasso a molle poggia su doghe larghe 10cm e separate da 5cm, tanto da formare un “piano” aerato e sano.
Il legno di cedro del Libano si presta ad una lavorazione facile e con un’ottima finitura: solo i nodi necessitano di attenzione particolare perché estremamente duri sia sotto alla sega che sotto alla pialla.
Il legno è stato trattato con cera d’api neutra che ha sbarrato l’intenso profumo naturale tipico del cedro, rendendolo, al contempo, impermeabile e di facile pulizia e manutenzione.
I due letti sono a prova di ladro perché non possono essere asportati senza smontarli fino all’ultimo bullone ma, si spostano su sei ruote piroettanti caduno per la normale pulizia della camera.
Di necessità virtù, con pregio e soddisfazione unici.



Protezione alla scala


Non è una normale ringhiera in quanto il rampante è stato “sbagliato” dal costruttore, incominciando sottile e finendo molto più spesso, in gergo “a fetta di formaggio”: un orrore a vedersi e qualunque ringhiera in ferro lo avrebbe evidenziato ancor di più.
Occorreva lenire l’errore evidente facendolo “sparire” dietro ad una ringhiera con parvenze apposite di tamponamento del vano.
Sono così stati realizzati dei montanti in legno lamellare accoppiandosi tante doghe di sucupira avanzate dai pavimenti a formare masselli poi lavorati con finiture ed incastri per le piastre in ferro a scomparsa sul posteriore, invisibili da ogni punto.
Le piastre in T pesante presentavano oltre ai fori per l’ancoraggio sul rampante mediante tassetti meccanici con bulloni a testa piana e taglio brugola, anche due fori già filettati sul risvolto verticale per avvitarvi le viti “da legno a ferro”, centrandosi perfettamente i fori dall’esterno, con un tracciamento accuratissimo dove l’errore non sarebbe stato consentito per via della mancanza di ulteriori doghe; i montanti presentano le fresature per gli incastri delle piastre “fermati” da due parti per rendere le piastre invisibili.
I cristalli multistrato antisfondamento sono stati posati in apposite battute ricavate dal pieno sul retro dei montanti e poi fermati con rigolini avvitati.
Il “gioco” dei cristalli che scendono a filo inferiore a pari distanza dall’intradosso del rampante, ha nascosto l’errore costruttivo dello stesso restituendo “dignità” ad una situazione critica.
Il mezzo pianerottolo di arrivo al piano superiore con la pianta verde sul retro, presenta una balaustra ”falsa” in cristallo “modello Poste da 4cm” di spessore unito con silicone sulle testate molate a 45° e chiuso dal mancorrente superiore monolitico sempre in lamellare di doghe: dunque una quinta d’angolo autoportante e di indubbio effetto scenografico.